Alessandro Sardella nasce nel 1955 a Roma, sin dall’infanzia riceve i primi insegnamenti sulle tecniche del disegno dal padre, disegnatore pubblicitario e progettista di stand espositivi, il quale gli infonde la passione per l’arte e l’amore per la grande pittura storica. Un sentimento che con il tempo è maturato, tanto da frequentare con assiduità gli studi artistici, presso il Primo Liceo Artistico di via Ripetta, nel quale insegnano i maestri: Turcato, Monachesi, Cannilla, Lapadula, si diploma nel 1974. Poco dopo parte per la Francia, vi trascorre un anno, a Parigi frequenta l’ambiente degli artisti e per sei mesi i corsi di acquarello, pittura a olio, e ornato. Tornato in Italia, esordisce nel 1976 con la sua prima mostra personale dal titolo “Discorso sulla scultura”, tenutasi presso la Numana Ars Appia Pignatelli, con l’introduzione critica del professor Luigi Tallarico, gli è conferito il premio Numana Ars. Nel 1977 presenta la mostra presso la Galleria Colonna di Roma, e quella in Francia nella città di Versailles alla Galleria Rue Foch, nell’anno successivo parte per l’Australia per conoscere e studiare più a fondo le peculiarità della simbologia locale, si rafforza la sua attenzione nei confronti della rappresentazione segnica sia dal punto di vista antropologico sia da quello scientifico. Egli percorrerà la strada di una singolare ricerca che troverà la sua prima rappresentazione tangibile in un’opera di grandi dimensioni che l’artista colloca in esterno alle Blue Mountains (Australia), dodici monoliti specchianti sono sistemati lungo un’immaginaria circonferenza. Quest’opera fondamentale è considerata dall’artista come la prima tangibile configurazione formale e concettuale scaturita dalla ricerca intrapresa. Elabora alla fine degli anni ottanta un suo personale stile cui attribuirà il nome di: “Simbolismo segnico”, questa forma d’arte utilizza nella composizione simboli geometrici di struttura razionale, che si articolano pittoricamente su ampi spazi di colore monocromo realizzato a stesura piatta. Sardella individua nel suo concetto di astrazione la premessa per un nuovo tipo di linguaggio che si discosta da una certa astrazione del passato. Numerose le mostre nel corso degli anni, nel 1996 “Il Simbolismo segnico”, personale tenutasi a Roma alla Galleria Consorti, nel 1997 “Uscita di Sicurezza”, esposizione allestita nelle antiche ex carceri delle Murate di Firenze, nel 1998 presenta un suo progetto di scultura monumentale al Palazzo Comunale di Molfetta (Bari). In Umbria parteciperà a due importanti mostre come: “Om’brio” al San Carlo Borromeo di Spoleto e “Viaggiatori sulla Flaminia” a Bevagna l’opera utilizzata per le mostre viene poi in seguito collocata stabilmente all’interno dell’Hotel Albornoz Palace di Spoleto, accanto alle opere di altri artisti come Sol Le Witt, Afranio Metelli, Gianni Asdrubali, Piero Raspi. Seguono nello stesso anno la mostra “Simbiosi il segno e il simbolo”, al Museo d’Arte Contemporanea Marco Scacchi di Gallese (Viterbo) e quella alla Galleria Civica di Filignano (Isernia). In rappresentanza dell’arte contemporanea Italiana insieme ad altri artisti partecipa dal 2000 al 2001 ad alcune importanti mostre: Accademia di Belle Arti di Beirut (Libano), Istituto di Cultura Italiano di Amman (Giordania), Istituto di Cultura Italiano di Jakarta (Indonesia), Istituto di Cultura Italiano di Ankara (Turchia), Galleria Nazionale d’Arte Moderna UBUD di Bali (Indonesia), sotto l’Alto Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri. E’ del 2001 l’esposizione personale tenutasi alla Galleria MCM900, “Alci Rei oltre la scrittura alfabetica”, con introduzione critica di Gabriele Simongini e Anna Cochetti. Nel 2002 espone a Roma opere su carta a Castel Sant’Angelo nella mostra collettiva internazionale “Biakoie spiriti contemporanei” in seguito allestita a Viterbo e ad Accra e Kumasi in Ghana nelle sedi dell’Alliance Francaise, una delle opere esposte si trova ora stabilmente nell’Ambasciata di Italia ad Accra. Nel 2003 è presente alla LIART nella rassegna “Incontri d’arte”, nello stesso anno fonda con l’artista tedesco Reinhard il gruppo Unotempore al quale aderisce l’artista Fabrizio Campanella. Il 20 maggio 2004 in un incontro con altri artisti tenutosi alla Casina Giustiniani di Roma diffonde la prima nota d’intenti del gruppo. Nel 2006 alla Società Dante Alighieri di Roma, Galleria del Primaticcio il gruppo Unotempore presenta il libro “Incontri informali sui temi dell’arte”, il commento critico è curato dai relatori: Luca Arnaudo, Carlo Fabrizio Carli e Gabriele Simongini. Nel 2008 alla Fondazione Olivetti di Roma è presentata in una mostra conferenza il progetto pilota “Hortus Investigationis Sapientiae”, prima opera di architettura visiva del gruppo, l’opera viene commentata al pubblico da Carlo Fabrizio Carli.
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